Nata e cresciuta a New York, l’autrice del
giorno, Sarah J. Mass, ha esordito quando aveva appena sedici anni con
la sua prima saga fantasy, Il trono di
ghiaccio, da cui ha avuto inizio la
sua fama, cresciuta ancor di più con la seconda saga, La corte di rose e di Spine, tutti pubblicati dalla Mondadori.
La corte di Rose e di Spine
Quando
poi un'ombra antica si allungherà minacciosa sul regno fatato, la ragazza si
troverà di fronte a un bivio drammatico. Se non dovesse trovare il modo di
fermarla, sancirà la condanna di Tamlin e del suo mondo...
Recensione- Devo ammettere che, prima di questa, ho provato a scrivere diverse recensioni su questo romanzo ma risultavano o troppo tecniche oppure troppo sentimentali, e spero che questa sia la volta buona. Per chi mi segue sui social ho già accennato al fatto di aver letto per la seconda volta questo bel librone e credo che sia già una buona presentazione. Iniziamo.
Feyre è una giovane ragazza
che vive nel Regno dei Mortali, un luogo diviso dal resto dell’isola grazie ad
un confine nebbioso magico, chiamato il Muro. Al di là di esso vivono creature
fatate, meravigliose oppure mostruose, governate da nove Signori Supremi ed
ognuno con la propria corte.
Queste son caratterizzate da
elementi che vengono identificati nel nome stesso d’appartenenza; la Corte di
Primavera, in prossimità del Muro, la Corte d’Autunno, d’Estate, il Regno sotto
la montagna, la Corte d’Inverno, dell’Alba, del Giorno e quella più a nord,
della Notte.
Tutti i Signori Supremi sono
esseri potenti e bellissimi ma per via di un inganno sono deboli e resi servi
di un’ingannatrice, Amarantha.
Torniamo a Feyre, dopo aver
visto la sua famiglia cadere in disgrazia e, nonostante fosse la più piccola di
tre sorelle, si è trovata costretta ad esser lei ad occuparsi del sostentamento
della famiglia, con un padre senza spina dorsale e due sorelle viziate, andando
così ogni giorno a caccia fino a quando non incontra un grosso lupo.
Ignara della reale natura dell’essere,
e cioè un Fae, lo uccide e, a reclamare vendetta per la sua morte è Tamlin,
Signore Supremo della Corte di Primavera che in un certo senso la relega nel
suo palazzo.
Da questo momento, Feyre, farà
di tutto per fuggire ma la sua indole da cacciatrice la spinge a studiare tutto
e tutti, ogni punto debole, ogni aspetto di coloro che la circondano. E questo
continuo osservare e studiare cambierà il suo modo di vedere quel mondo che
fino a poco tempo prima l’aveva terrorizzata, apprezzando e innamorandosi. Ma,
si sa, al destino piace sconvolgere ogni cosa e, quando sembra che tutto sia
finito, l’amore, il benessere, la felicità, basterà una scelta, una sola, per
premere sull’acceleratore della storia che tutte le emozioni vissute fin a quel
momento, impennano in un crescendo costante di paure, rabbia, furbizia e
passione.
Ad un certo punto tutte le
scene rivoltanti sembrano non finire mai, e solo la presenza più improbabile
per Feyre, quel Signore Supremo di cui ogni essere ne ha timore, diverrà la sua
ancora di salvezza, mentre colui che si era proclamato suo protettore assumerà un
aspetto diverso agli occhi della nostra cacciatrice.
Un ultimo schiocco, un ultimo
cambiamento e tutto prenderà una piega inaspettata.
In conclusione – Come già accennato, il testo è scorrevole, ricco
di eventi e personaggi; nella prima metà del libro abbiamo una presentazione
generale e il via della storia, successivamente tutto accade in modo veloce e
intenso, vorresti non fermarti mai di leggere perché tante saranno le emozioni
e la curiosità che non faranno altro che crescere pagina dopo pagina.
I personaggi vengono descritti
minuziosamente, così come i luoghi, tanto da poterli immaginare, con le sue
parole, l’autrice vi farà sentire l’odore del sangue versato, il tanfo di corpi
in putrefazione, vi farà ascoltare il rumore di rossa rotte e sul viso la carezza
di un nemico che ha il profumo di notti stellate e passioni celati da nere ali.